Cos'è questa sensazione?

"Il prossimo autobus parte alle undici", disse l'addetta alla biglietteria della stazione. Marilia e Tanise guardarono l'orologio a muro dietro di lei. Erano le otto e un quarto. "Oggi è un giorno festivo, quindi abbiamo pochissime linee attive!", aggiunse l'addetta quando vide l'espressione frustrata delle due amiche. Naturalmente! come hanno fatto a non pensarci prima? Avevano deciso di fare un viaggio in Croazia durante le vacanze di Pasqua poiché avevano qualche giorno libero dal lavoro. La Croazia è un Paese cattolico, per cui la scelta di viaggiare con i mezzi pubblici quella domenica non era stata tra le più intelligenti. Mentre le due amiche si guardavano pensierose, l' addetta suggerì loro: "Come alternativa, potreste fare l'autostop. Quella rotonda è un ottimo spot!… se volete, posso aiutarvi a preparare un cartello".

Passarono cinque minuti ed eccole lì, sedute sul bordo della rotatoria, con gli zaini sul marciapiede, a mangiare le uova sode decorate che le erano state gentilmente offerte da Rosela, la ragazza croata che le aveva ospitate la sera prima a Pola. Nelle loro mani c'era un cartello fatto di un semplice foglio bianco con la scritta Plitvice. Non appena vedevano passare un veicolo, si alzavano rapidamente in piedi e mentre Tanise teneva il cartello all'altezza del petto, Marilia allungava il braccio con il pugno chiuso e il pollice rivolto verso l'alto.

L'orologio segnava le otto e quaranta quando un furgone datato, che un tempo forse era stato bianco, si fermò dove si trovavano le ragazze. Avvicinandosi, notarono una varietà di materiali impilati nel retro del veicolo, tra cui molti vestiti sporchi, pezzi di legno, vecchie pentole e la tazza rotta di un gabinetto. Marilia ebbe per un attimo la sensazione di trovarsi in un film quando l'autista del furgone scese e si avvicinò al marciapiede. Non appena le raggiunse, indicò il cartello e disse una frase incomprensibile. "Parla inglese?", chiese Tanise. "Deutsh!" rispose l'uomo. Marilia e Tanise non parlavano tedesco. "Italiano? Português?" provò Marilia con un'ultima speranza. Il "no" confermò ciò che temevano. Era un uomo di mezza età, alto, con gambe lunghe e sottili che contrastavano con la linea superiore del corpo, caratterizzata da una pancia molto prominente, un collo corto e un viso largo e grasso. Sembrava molto disponibile ad aiutarle, indicò ancora una volta il cartello, poi se stesso e il furgone e ripeté quella frase, che questa volta suonava un po' più comprensibile. Parlandosi tra di loro, le ragazze convennero che poteva essere il passaggio giusto. Misero gli zaini insieme alle cianfrusaglie nel retro del furgone e salirono.

Prima di partire, l'uomo cercò di comunicare di nuovo. Gesticolava molto mentre parlava la sua lingua e inseriva le poche parole di inglese che conosceva. Il messaggio era abbastanza chiaro: non aveva fatto colazione e si sarebbe fermato a mangiare qualcosa lungo la strada.

Dopo qualche minuto di viaggio, il rumore del furgone non le disturbava più. Durante il tragitto da Rijeka al Parco Nazionale di Plitvice, il paesaggio era rurale, la giornata era nuvolosa e le tonalità di verde tendevano allo scuro. Le poche case che vedevano erano lontane dalla strada e all'interno del furgone le ragazze cercavano di tagliare l'aria pesante del silenzio commentando ciò che vedevano. Nonostante i loro sforzi, qualcosa nei loro corpi cominciò a schiacciarle. Le gambe divennero tese, le braccia insensibili, al centro del petto un allarme faceva battere veloce il cuore e ingrandire le loro pupille. Marilia cercava di allontanarsi il più possibile dall'autista, anche se solo di qualche centimetro, quasi impercettibile. In quel momento, le due amiche non potevano più rompere il silenzio, perché sapevano che la paura sarebbe emersa dalle loro voci. L'unica soluzione era cercare di gestire le proprie emozioni con dialoghi interni...

"Cos'è questa sensazione?", "Sono solo io?", "Non è reale! Non è reale!", "Potevamo aspettare il prossimo passaggio", “No, questo non sta succedendo a me”, "Fiducia nell'umanità! Non è perchè sembra un contadino sporco che devi giudicarlo", "Se succede qualcosa, dito nell'occhio e calcio nelle parti intime", "È grasso, dovrebbe correre lentamente"...

Mezz'ora dopo aver lasciato Rijeka, il furgone si fermò in un ristorante lungo la strada. L'uomo, di cui le ragazze non ricordavano più il nome, gesticolava di nuovo mentre si spiegava, ma questa volta aveva un messaggio diverso. Tanise e Marilia si chiesero se avessero capito la stessa cosa. Sì! Aveva detto che non poteva più continuare la strada per Plitvice, ma che un suo amico le avrebbe potute portate lì. Con un gesto fece capire alle ragazze che dovevano aspettare nel furgone. Scese immediatamente ed entrò nel ristorante, che sembrava vuoto. Ci vollero solo alcune parole scambiate brevemente tra loro per capire che entrambe avevano avuto la stessa sensazione durante il viaggio e decisero di agire. "Ora o mai più", concluse Tanise.

Le amiche scesero dal furgone, sperando di non essere viste dall'interno del ristorante, aprirono la porta posteriore del furgone e recuperarono i loro zaini. Camminarono velocemente lungo il margine della strada, fino a quando non arrivarono ad un punto in cui il ristorante non era più visibile. Poi, rendendosi conto che era l'unica opzione che avevano, allungarono le braccia con i pugni chiusi e i pollici rivolti verso l'alto.

Il paesaggio si muoveva di nuovo fuori dal finestrino e, mentre chiacchieravano, ora rilassate, con Jakandro e Ljiljana, provarono un enorme senso di sollievo. La coppia croata residente in Austria da più di 10 anni era in vacanza nel loro Paese di origine. Erano molto socievoli e generosi e avevano due figli della stessa età delle ragazze. Destino volle che la gentile coppia fosse passata in quel punto della strada cinque minuti dopo che le ragazze erano fuggite dal furgone. Non solo avevano offerto loro un passaggio fino al parco, ma trascorsero lì con le due ragazze una splendida giornata nella loro destinazione in comune. Durante il picnic che fecero per pranzo, in mezzo alla natura spettacolare della Croazia, insieme a quel momento speciale, si registrò nella loro memoria una grande lezione.