Babalú (versão em italiano)
Babalù
All'interno tutto sembrava di routine mentre fuori il vento portava le quattro stagioni in un giorno. Nella stanza open space, Francesco aggiustò i dettagli dell'ultimo progetto e Marília completò il test per un nuovo lavoro di trascrizione. A quel punto nel pomeriggio il cielo era già stato coperto talvolta di nuvole scure e bianche. Aveva già piovuto e spiovuto. Perfino il sole si era già affacciato, anche se non abbastanza per asciugare la biancheria della lavatrice fatta alla mattina.
Nonostante fossero abituati alle mutevoli condizioni meteorologiche, furono colti di sorpresa dal suono di un tuono che interruppe i loro mestieri. Il suono proveniva dal muro dell'atrio, dal citofono. Il campanello urlò, e due secondi dopo, urlò nella stanza vicina, e poi urlò di nuovo nel corridoio della coppia. Odiavano da sempre quel campanello. Soprattutto ora, sembrava più che l'intero edificio fosse una grande orchestra che suonava il sottofondo musicale di un thriller trash.
- Ciao! - rispose Marília rispondendo al citofono.
- Apri la porta! - ordinò una voce maschile acuta.
- Chi è? - continuò Marília, già sapendo che non l’avrebbe aperta in nessun caso. Assolutamente non dopo la gelida adrenalina che la voce aveva provocato su di lei.
- È Babalù, vero! - alzando il volume.
Marília rimise lentamente il citofono al suo posto. Un tentativo di evitare qualsiasi gesto aggressivo che incoraggiasse il visitatore a buttare giù la porta del palazzo. Francesco osservava tutto e vide la tensione manifestarsi nella contrazione dei muscoli facciali della compagna. E prima di chiedere qualsiasi cosa, ascoltò attentamente mentre Marília ripeteva il dialogo che aveva appena avuto con Babalú. Aveva paura. Anzi tutti e due. Marília poteva solo giungere alla conclusione che la follia in quella voce cercava molto di più di un semplice tentativo di furto. Cosa voleva Babalù? Francesco, d'altra parte, stava già pensando a un piano di fuga attraverso la finestra posteriore, anche se saltare dal primo piano avrebbe causato un arto rotto o due.
Nel frattempo, l'interrogazione sull'identità di Babalù stava crescendo. Per Marília, Babalù era in realtà 'Babaloo', la gomma da masticare che amava da bambina, quella ripiena di un succo aromatizzato e sciroppo di glucosio. Per Francesco, che non era nato e cresciuto in Brasile, Babalù non era niente fino a quel momento. Quindi aprì il browser, usò la finestra che conteneva gli aggiornamenti sulla pandemia del COVID19 e, cancellando il link nella barra degli indirizzi, scrisse 'Babalù'. Wikipedia. Lesse in silenzio. Interruppe i pensieri di Marília e mostrò ciò che era sullo schermo:
"Babalú-Ayé, (anche Omolu, Obaluaye o Obaluaê) è un'orisha fortemente associato a malattie infettive e cure nella religione yoruba, incluso il corpo, la ricchezza e le proprietà fisiche. In Africa occidentale, era fortemente associato a epidemie di vaiolo, lebbra, influenza, ebola e HIV / AIDS. Sebbene fortemente associato a malattie, Babalú-Ayé è anche lo spirito che cura queste malattie "