ALBEGGIA (MADRUGADINHA?)

Che bello

trottar

col morello!

Già é scuro

sul muto

tratturo.

Lontano,

nel vasto

orizzonte

montano,

un pascolo

vano

di nuvole.

Molle

di pioggia,

la strada

selvaggia

affretta

al ritorno:

La teglia

che bolle,

caffè

sigaretta,

nel forno

la legna

che abbaglia

e che crepita,

in camera

un'amaca

dondola

e raglia.

Che dolce

trottare

e sognare

la donna

che veglia

nel rancho

di paglia!

Che sono,

due lucciole?

Brillano

fissi

dall'ombra

del raro

macchione

due occhi:

due lucciole,

é chiaro;

ma esplode

uno sparo.

Ora alto

é il silenzio

nel vasto

orizzonte

montano.

Lontano,

la giovane

aspetta

sul ciglio

del viottolo.

Dietro

la verta

comincia,

rossiccia,

la luna

a spuntare.

"Perchè

non si sentono

ancora,

o mio snello

morello,

trottare,

í tuói zoccoli?

Eppure

dovevi

arrivare

a quest’hora...”.

E fuma

il caffè;

tenerezza,

tepore;

profuma

la brezza

notturna

e la luna

rosseggia.

Che bello

aspettare

e l’amarca

far dondolare!

È bello aspetare!

Ma il fuoco

s’è spento.

Già alta,

nel vento

la luna

veleggia.

Nell’amaca,

quieta,

la donna

s’appisola.

Albeggia.

(Enfim chegou o avião... boa madrugada aos notívagos... LDM)

Lobo da Madrugada
Enviado por Lobo da Madrugada em 18/02/2007
Reeditado em 20/02/2007
Código do texto: T385197
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